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Angelo Lazzarini  -   leggi

 

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I n d i c e:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


NUOVI LINGUAGGI PER IL PUBBLICO

La musica che si ostina a volersi definire tout court "contemporanea" (tutto è contemporaneo nel momento presente) vive una sorta di sacralità compiaciuta del proprio isolamento.

La riflessione è d'obbligo: per quale pubblico?

Una sorta di manierismo artigianale sia nel linguaggio sia nella forsennata ricerca di novità, che male si concilia con la forza originaria dei Nono, Xenakis, Sciarrino, Scelsi, Messiaen (i miei riferimenti).

Lavorare invece per quella nuova musica che ricerchi, senza contrapposizioni e polemiche e con tutte le contaminazioni necessarie, lo sviluppo di linguaggi comunque interessanti, volti a ricreare un sano e proficuo rapporto con il pubblico.

Perché anche questo è il nuovo problema: il rapporto col pubblico.  Il rapporto con questa entità (che non è astratta), non è eludibile. Ed è problema estetico, comunicativo, ma è anche problema sociologico, politico. Il pubblico deve essere ricercato, inseguito, ma anche preteso.

Il radicalismo della musica ha scavato un solco profondo con lo spettatore, ascoltatore, fruitore che si è rifugiato, a torto o a ragione, nel passato (più a torto) o nella semplice musica leggera (senza voler niente togliere a questo genere, anzi). La "contemporanea", ha avuto il grande merito di aver consentito ai suoni, al ritmo, all'armonia, alla musica in genere, di emanciparsi completamente dai dogmi del classicismo e del romanticismo e, più in generale, da ogni dogma, fino però, forse, a cadere lei stessa nel rifiuto a priori anche di linguaggi maggiormente fruibili.

L'ultimo capitolo che si sta compiendo da alcuni anni, è proprio quello: liberare la musica completamente, anche dallo stesso antidogmatismo della musica contemporanea. Si parla di Postmoderno, ma si potrebbe puntare l'accento, in maniera più incisiva, su questa assoluta libertà. La completa libertà ereditata però, pone il musicista d'oggi di fronte a un compito, se si vuole, assai più arduo. Non ci sono regole, non ci sono leggi, tutto è consentito. Trovare un proprio linguaggio non banale, richiamarsi alla tradizione e alla consapevolezza di tutto il percorso compiuto nella storia dalla musica, trovare un minimo di fresca originalità, questi sono i compiti del compositore d'oggi. Soprattutto quello di raggiungere la sensibilità di un pubblico che torni ad ascoltarlo emozionandosi. Perché la musica "è" per essere pensata, ma poi ascoltata e spiritualmente e matericamente vissuta. Occorre dunque ripromettersi un'azione complessa che recuperi i modi di fare musica del passato e utilizzi a pieno quelli di oggi. Che chieda la giusta attenzione dei mass media e del pubblico. A gran voce si dovrà ribadire che è possibile raggiungere un pubblico vasto senza per forza dover banalizzare il linguaggio e il contenuto.

E' anche questa la sfida.                   Torna

Giorgio Angelol Lazzarini

 

 

DUMAS TALE

Era un lavoro duro, l'uomo valeva meno di un mulo, capisce, se moriva un uomo c'era l'assicurazione che pagava, se moriva un mulo doveva ripagarlo la direzione ; più o meno era un affare così.

Beppe C'era un anziano e quest'anziano si chiamava Beppe, lui era il mio paladino, da questo qui ho imparato tantissime cose dentro la miniera; e voglio dire io : in vent'anni non mi sono nemmeno mai fatto un graffio, grazie...a Beppe, a quello che mi aveva insegnato Beppe. Io avevo fatto tesoro veramente di tutto quello che mi aveva insegnato lui.

Un esempio : lì era tutto piombo, galena era, materiale pesantissimo, che quello è molto friabile, che basta scuoterlo con una mina, quello continua a venir giù per un sacco di tempo, sempre, sempre , allora noi ogni venti minuti, massimo mezz'ora bisogna prendere un palanchino e far venire giù questa roba che era un pericolo, perché anche se veniva un pezzo così, era trenta chili, picchiava addosso ci rovinava. Ecco io grazie di lui...io avevo fatto tesoro degli insegnamenti di Beppe. Lui mi diceva : "ricordati ogni venti minuti, te devi prendere il palanchino e disgaggiare e buttare giù la roba in pericolo", sempre sempre mi diceva : "prima di entrare guarda bene, prima risanati tutto sopra la testa, butta giù quello che casca poi entra dentro e lavora.

Lui diceva : "prima di entrare alza la luce e guarda, guarda su, si vede il pericolo : è vero, si vede anche in miniera il pericolo ! (...) Grazie al tesoro di Beppe...Anche da morto forse lo troverò là chissà...Povero Beppe, davvero...Gli volevo un bene come al mio babbo, veramente eh !

Le volate Le volate, si chiamano volate no...Perché questo avanzamento si fa in due mode, a sventramento e a ritaglio, ora le spiego : a sventramento dove c'è il materiale friabile come a Gavorrano, facciamo una serie di fori tutti al centro, di solito cinque no, e lì ci mettiamo...poi tutto in torno, allarghiamo tutto intorno, sempre di più, sempre di più di modo che poi facciamo le corone - sarebbero le mine di sopra - i rilevaggi e le fiancate ; quando si spara, questi cinque fori fanno una bella camera sotto, quelle mine intorno poi trovano posto fatto, vengono via ; qui non si può fare perché qui è materiale durissimo, c'è l'emergite : a contatto col minerale, quello mai più ; cosa succede : facendo una volata a quella maniera, esplode tutto indietro, butta indietro, ma il foro non lo fai mai, perché è troppo duro...e allora lì si fanno a ritaglio. Per esempio : nel calcare tiriamo anche un metro, un metro e dieci ogni volta, invece nell'emergite se si arriva a ottanta centimetri, siamo forti, bravissimi, perché è duro, è troppo materiale duro.

L'avanzamento L'avanzamento era così, le ho detto che gli uomini a quei tempi eravamo... più delle bestie si lavorava. I miei compagni facevano questa volata, sparavano le mine e andavano a casa ; io arrivavo lì trovavo tutto questo materiale abbattuto dai miei compagni precedenti no, e allora io e l'altro compagno - perché le gallerie di ricerca sono piccole, strette, poi le vedrà, avevamo una pala corta così, col carrello dietro e si caricava tutto così, cioè dovevamo sgombrare tutto l'avanzamento e rifare tutta la volata e dargli foco, sparargli, si dava foco alle mine ecco. L'avanzamento sono gallerie di ricerca ; esempio : qui è stato fatto un foro di ricerca e hanno trovato un banco di materiale, la galleria magari è qua, allora noi dovevamo andare fino qua, facendo questa galleria per andare sotto, dentro questo filone. Lì allora si cominciava a trovare il pericolo, perché il pericolo è dove c'è il minerale.

I minirali Qui è calcopirite, zinco e argento, si trova anche una piccola percentuale di argento insieme alla blenda (...) Quando noi si faceva la galleria, quando ci avvicinavamo al filone, la roccia cambiava colore, allora da calcare diventava emergite (...) quando cambiava questo colore di roccia...più scura nera, l'acqua diventava scura nera no. Le racconto un fatto : nell'ottantadue facevamo le ricerche dentro a tutta la miniera lassù no, e io ero con una sonda a livello tre (a livello tre che era un lavoro molto sfruttato dagli inglesi nel millenovecento), allora c'era un pezzo di galleria fatta da loro, che si vede che loro cercavano questo minerale e poi non so per quale motivo non ci andarono. E ci feci tre fori no,...Ora questa sonda era una sonda piccola, arrivava fino a centocinquanta metri lontano, non era enorme...mi diceva guarda : "stai due gradi a sud", e insomma io sbagliai di un grado no, invece di un grado a Sud lo feci due gradi : infilai dentro un filone di calcopirite... ! Perché i primi due fori : zero, solo bianco, a ventotto metri di lunghezza, infilai...una cosa incredibile talmente era bello sembrava oro...L'emergite, comincia a diventar nera all'acqua scura no : "all'acqua scura ! perché sembra bianca, bianca, sembrava di lavorare per niente ; quando comincia a venir l'acqua scura : "ma ho trovato uno stacco", si diceva uno stacchetto, una piccola diversità della roccia fra mezzo a questo calcare.

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